I beni confiscati alla criminalità organizzata non sono immobili come gli altri. Essi sono stati simboli del potere dei camorristi sui territori da loro dominati
Il progetto
Vogliamo rendere accessibili ai non addetti ai lavori le informazioni sui beni confiscati alle mafie e promuovere buoni esempi di riuso sociale.
Cosa facciamo
Cosenostre.info vuole essere uno strumento informativo interattivo sul patrimonio immobiliare recuperato alle mafie.
Mappatura
  •  

    Sono i beni confiscati utilizzati

  •  

    Sono i beni confiscati su cui è in atto un interveto per usarli

  •  

    Sono i beni confiscati non utilizzati

  • 1

BENI CONFISCATI E BENI COMUNI

Proseguono le attività del Catalogo delle buone pratiche di riuso dei beni confiscati e dei beni comuni promosso dal CSV Asso.Vo.Ce.

Proseguono le attività di censimento delle buone pratiche di riuso sociale dei beni comuni e beni confiscati presenti in provincia di Caserta, promosse dal CSV Asso.Vo.Ce.

In questi mesi Asso.Vo.Ce., in collaborazione con qualificati partner come Libera Caserta e con il supporto dei volontari del Servizio Civile Universale, sta aggiornando la mappatura dei beni confiscati presente sul sito www.cosenostre.info e sta proseguendo la mappatura delle buone pratiche territoriali di riuso dei beni comuni sul portale benicomuni.csvassovoce.it

Il progetto quest’anno si arricchisce con la sperimentazione di un percorso di monitoraggio e valutazione dell’impatto delle esperienze di riuso sociale dei beni confiscati su un campione rappresentativo di Comuni casertani (Aversa, Caserta, Casal di Principe, San Felice a Cancello, Teano). L’intento è quello di analizzare le esperienze, evidenziare le buone prassi e dare valore all’attività di rigenerazione del territorio avviata grazie al riuso sociale dei beni confiscati, per sollecitare i vari stakeholder a dare maggiore attenzione al tema. Un’opportunità per gli ETS che gestiscono i beni confiscati: possono dare evidenza alle attività che svolgono all’interno dei patrimoni sottratti alla criminalità organizzata e ai benefici apportati alla comunità. Ma anche un’opportunità per le Amministrazioni Comunali e gli ETS che vogliono impegnarsi nel riuso sociale dei beni confiscati: possono imparare da esperienze e modelli già avviati sul territorio. A margine del lavoro di censimento e ricerca è anche prevista la redazione e diffusione di una raccolta di linee guida operative rivolte alle organizzazioni e amministrazioni pubbliche che intendano impegnarsi per il riuso sociale dei beni.

Merito dell’associazione di volontariato «Rain Arcigay Caserta onlus», nata nel 2014 su iniziativa di un gruppo di giovani [Articolo di Diana Errico pubblicato su Corriere Buone Notizie]

Negli ultimi anni ci sono stati dieci casi. Per sette volte si è riusciti a mediare con la famiglia, in tre si è arrivati alla rottura. Una giovane lesbica di 19 anni è stata cacciata di casa dai familiari che la rifiutavano in quanto tale, ed è stata ospitata per un po’ in un bed&breakfast; un suo coetaneo gay ucraino è stato allontanato dai propri connazionali e accolto in una comunità di Roma, unica struttura in Italia per queste situazioni. Per una transessuale di 33 anni non c’era posto neanche lì, troppo «anziana»: per lei si è aperta la strada della precarietà e della prostituzione. A trattare questi casi è stata l’associazione di volontariato «Rain Arcigay Caserta onlus», nata nel 2014 su iniziativa di un gruppo di giovani e giovanissimi. Che nel frattempo hanno però cercato un’alternativa stabile e oggi stanno per raggiungere un importante traguardo. A Castel Volturno sarà presto attivo il primo Centro LGBT del Mediterraneo. E nascerà in una villa di circa 300 metri quadrati confiscata alla criminalità organizzata, dove sarà operativa una grande cucina abitabile, saranno attrezzate aree di co-working, spazi polifunzionali comuni, ma soprattutto saranno usate alcune camere per l’accoglienza temporanea di persone LGBT in difficoltà, perché espulse dai contesti familiari e non ancora autonome. L’obiettivo è rispondere a un fenomeno frequente quanto spesso sommerso, ossia la discriminazione e l’abbandono forzato della casa familiare in seguito al coming out o outing di persone omosessuali. Rivolgendosi alle necessità di tutto il Meridione e a persone non solo italiane. Se i dati di partenza si riferivano infatti al solo territorio casertano, il confronto con gli stranieri che frequentano la Cgil Caserta - dove l’associazione ha la sede – ha convinto i soci ad allargare il progetto a chiunque giunga nel nostro Paese per fuggire alle persecuzioni legate al proprio orientamento e identità sessuale.

A rappresentare l’associazione «Rain» è Bernardo Diana, 24enne studente di giurisprudenza originario di Casal di Principe. L’ha fondata insieme al compagno Enzo quando, nel territorio, di omosessualità si parlava sottovoce. Da allora sono passati due «Pride» di grande successo e svariate iniziative culturali che hanno coinvolto l’intera provincia di Caserta. «Oggi vengono a studiarci anche da Bologna per capire come facciamo ad avere tanti soci sotto i 18 anni», osserva divertito. Castel Volturno - località dagli antichi splendori e oggi tristemente nota per la opprimente presenza della camorra – sta vivendo grandi cambiamenti proprio a partire da una delle questioni più fumose per la politica locale. Anche su iniziativa del Centro di servizio per il volontariato «Assovoce», si era costituito nel 2016 un Tavolo provinciale di concertazione per l’uso sociale dei beni confiscati. E subito dopo l’amministrazione comunale ha deciso, caso rarissimo, di assegnarli con un bando a evidenza pubblica. Con il nuovo corso promosso dal neo sindaco Dimitri Russo, è stata creata in pochi mesi una short-list degli aventi diritto all’affidamento di beni confiscati inseriti nel patrimonio indisponibile del Comune. E tra le tante domande inviate c’era anche quella di «Rain», che ha ottenuto un contratto ventennale per la gestione della struttura, situata all’interno del Parco Faber (altri tre beni sono stati affidati ad altrettante organizzazioni del Terzo settore). Il progetto è in fase di avvio ma c’è ancora tanto da fare: per questo l’associazione ha lanciato sul proprio sito una campagna di crowdfunding che permetterà a tutti di contribuire alla sua realizzazione.

181
unità immobiliari censite
202
unità immobiliari pubblicate
71
beni inutilizzati
39
beni in cui è in atto intervento di recupero
92
beni utilizzati
13
video realizzati
Dacci una mano
Hai visto un bene confiscato? Conosci la sua storia? Possiedi del materiale utile a ricostruire la storia di quel luogo? Scrivici utilizzando il form qui sotto.

  1. Email(*)
    Inserire un'indirizzo email valido
  2. Descrizione(*)
    Inserire una descrizione
    breve descrizione del bene
  3. Foto
    Invalid Input
    caricare una foto del bene
  4. Video
    Invalid Input
    caricare un video del bene
  5. Valore non valido
  6.   

CoseNostre.Info è il primo portale, banca dati, dei beni confiscati della provincia di Caserta

Sei interessato al riuso sociale di beni confiscati e beni comuni? Visita anche il sito benicomuni.csvassovoce.it